“Il fortissimo” - così chiamato Giusto Gervasutti da amici e compagni di cordata, il suo autentico capolavoro fu la salita della parete est delle Grandes Jorasses.
“Stelle e tempeste” è il racconto delle ascensioni delle sei grandi pareti Nord delle Alpi compiute da Gaston Rébuffat negli anni del Grande Alpinismo del Sesto Grado e delle grandi conquiste alpinistiche dell’uomo.
Franco Nicolini, Diego Giovannini e Mirco Mezzanotte nel 2008 hanno realizzato il sogno di Patrick Berhault - concatenare tutti gli 82 Quattromila delle Alpi in 82 giorni - e lo hanno fatto in soli 60 giorni. Questo è il racconto della loro impresa.
L'autobiografia di Tita Piaz, soprannominato il "Diavolo delle Dolomiti", grande alpinista, celebre guida alpina e acceso irredentista, un libro che segna il ritratto di un'intera epoca.
Con questo libro si riscopre uno degli arrampicatori più formidabili della storia, scoprendo un precursore di indubbia audacia che ha posto la sua firma sulle più grandi pareti di roccia delle Alpi.
Questo libro racconta la vita alpinistica di Marco Furlani che ha sempre avuto una visione romantica dell'alpinismo, ancorata al concetto di alpinismo classico, status che gli ha permesso di vivere in totale libertà senza farsi condizionare da stress e prestazioni.
“Subirete enormi pressioni per conformarvi agli altri, per cambiare il vostro percorso con un altro, per seguire quello più comodo. Non fatelo. Siate sempre fedeli ai vostri sogni”.
Tomek Mackiewicz era un visionario. Il suo istinto, unito a una inesauribile tenacia, gli permise di realizzare il sogno dell’ascensione del Nanga Parbat.
Alberto Gnerro è considerato il più forte climber italiano di tutti i tempi, un atleta ascetico e visionario, schivo e lontano dal mondo social. Ma chi è davvero?
Chi era Gary Hemming? Un grande alpinista, tanto famoso quanto sfuggente, avvolto da un’aura di mistero che lo fece diventare un mito.
Giovani alpinisti con tanta passione e senza una lira. Un periodo irripetibile e una galleria di personaggi straordinari, raccontati attraverso gli occhi di Pierluigi Bini.
Una riflessione sull’assurdità della guerra e sulle motivazioni di chi si recava in Himalaya mezzo secolo fa, confrontate con quella di chi vi torna oggi mentre le nuove guerre sembrano più che mai scoraggiare le “conquiste dell’inutile”.