FRANČEK KNEZ è uno dei più grandi alpinisti di sempre, ed è considerato universalmente come “il mito dell’alpinismo sloveno moderno”. Inizia a scalare attorno ai 18 anni e in trent’anni colleziona circa 5000 salite, delle quali 729 sono prime ascensioni.
FRANČEK KNEZ è uno dei più grandi alpinisti di sempre, ed è considerato universalmente come “il mito dell’alpinismo sloveno moderno”. Inizia a scalare attorno ai 18 anni e in trent’anni colleziona circa 5000 salite, delle quali 729 sono prime ascensioni. Solo sulla parete nord del simbolo dei monti Sloveni, il Triglav, sale 34 vie in solitaria. Recordman di velocità per la salita della Nord dell’Eiger nel 1982, apre una via nuova sulla stessa montagna e, sempre nelle Alpi, firma prime ascensioni sulla Nord del Cervino e sulle Grandes Jorasses. In Dolomiti lascia il suo segno in Marmolada, sulla Piccolissima e sulla Grande di Lavaredo, tutte vie di difficoltà elevatissima e con protezioni minime.
Negli anni ‘80 inizia una formidabile attività alpinistica extraeuropea che lo vede protagonista sull’Huascaran, poi in Himalaya sull’Everest, sulla sud del Lhotse, sul Dhaulagiri, poi ancora in Patagonia, sul Fitz Roy, sul Cerro Torre e sulla Torre Egger. Infine, il Kanchenjunga, la Nameless Tower di Trango, la Est del Meru e il Bhagirathi.
Nel 1993 si salva miracolosamente sull’Annapurna da una valanga che colpisce lui e il compagno Slavko Svetičič. Dopo un gravissimo incidente subìto in allenamento nel 1999, nonostante parecchie operazioni alla schiena, è riuscito a riprendere ad arrampicare e ad aprire vie fino all’VIII nelle alpi slovene, cosa fa tutt’ora.
Risoluto e introverso Franček Knez si racconta per la prima volta, dalle prime ascensioni sulle Alpi fino alle grandi pareti del Sud America e dell’Himalaya, in un’autobiografia umile e poetica.