Abbiamo chiesto ai nostri autori di raccontarci qualcosa - l'aneddoto di un viaggio, una città visitata, una curiosità o una storia divertente - che potesse aiutarci a viaggiare con la mente durante i giorni di quarantena forzata. La condivisione di queste esperienze continua anche durante la fase 2.
È ora il turno di Ulrike Raiser, che ha scelto di deliziarci con alcune curiosità dai suoi spostamenti in giro per il mondo. Qui racconta di quando le è capitato qualcosa di non molto piacevole: ritrovarsi in viaggio senza bagaglio. Scopriamo insieme come anche le disavventure più noiose possano trasformarsi in un'interessante deviazione!
3. Viaggiare senza bagaglio: alla ricerca delle mutande
Se pensate che trovare un paio di normalissime mutande in India sia una cosa semplice, vi sbagliate di grosso... Di sicuro lo è in una città come Delhi, ma se vi trovate nell'India più sconosciuta, beh, credetemi, è davvero impossibile! Quando sono andata in India per la prima volta, il mio bagaglio non è arrivato. Perso. Lost. Fine del discorso. Vabbè, ho pensato in quel momento, la macchina fotografica ce l'ho, i documenti pure, la carta di credito anche, quindi mi compro due cose e sono a posto!
In realtà c'erano ben due problemi:
- Stupidamente avevo lasciato lenti a contatto e TUTTE LE MEDICINE nel bagaglio da stiva. Complimenti a me!
- Avevo con me solo 1 paio di mutande di ricambio.
Per le lenti a contatto amen, ho tenuto gli occhiali (sicuramente più scomodi ma comunque accettabili). Per le medicine, beh, non ho potuto fare altro che incrociare le dita, sperare in bene...e iniziare a mangiare super piccante. Dicono che disinfetti, no?! Per fortuna le delizie della cucina indiana non mi hanno dato nessun problema.
Per le mutande che problema c'è, mi sono detta... troverò pure un posto dove comprarle, no? E invece no. Provate voi a cercare un paio di mutande nei villaggi indiani... io ci ho messo diversi giorni prima di trovarle e, in generale, prima di trovare un negozietto dove poter comprare qualche vestito di ricambio. Paradossalmente è stato più facile trovare un sarto e farmi fare una camicia e un paio di pantaloni da zero, di ottima fattura e nel giro di poche ore!
Anche il cercare l'intimo è una deviazione interessante che mi è capitata più di una volta in viaggio... sono situazioni in cui un viaggiatore si imbatte raramente, ma posso assicurare che sono davvero interessanti, perché raccontano molto del paese che si visita e, soprattutto, delle donne e dei loro gusti.
Mi era già capitato in Turchia, anche lì per lo stesso motivo (bagaglio perso): posso assicurare quindi che le mutande turche sono indistruttibili e molto, molto, molto colorate!
L'autrice: Ulrike Raiser
A dispetto delle prime impressioni Ulrike Raiser è di origini piemontesi. Laureata con lode prima al D.A.M.S. e poi in Lettere, insegnante, collabora da tempo con la casa editrice Del Baldo, per la quale ha pubblicato oltre trenta libri. Insoddisfatta di una vita sedentaria trascorsa nell’attesa delle due settimane di viaggio annuali, decide di seguire il suo istinto e iniziare a viaggiare di più. Niente viaggi organizzati, ma in autonomia e con un budget minimo, alla ricerca del “non-turistico”. E così parte, zaino in spalla, alla volta dell’Europa, della Russia e di Egitto, Marocco, Tanzania, Sudafrica, Mozambico, Swaziland, Zanzibar, Seychelles, Cuba, Stati Uniti, Canada, Cina, Borneo, Malesia, Iran, Nepal, India, Australia. Dopo il successo di Sola in Alaska è tornata ora in libreria con Deviazioni - Storie e luoghi dal mondo.