«Ammiravo gli alpinisti che, nella loro abilità, lasciavano parlare i fatti e le azioni; coloro per i quali l’alpinismo era un mezzo per vincere la sfida, ma soprattutto per conoscere se stessi, e non per raggiungere la fama e la gloria.»
Citazione da Il legame
Si conclude oggi la 45° edizione del Premio ITAS del Libro di Montagna, il primo concorso italiano dedicato alla letteratura alpina e punto di riferimento all’interno del panorama letterario ed editoriale italiano. Istituito nel 1971 in occasione dei 150 anni di ITAS Assicurazioni, nasce con l’obiettivo di celebrare la montagna in tutte le sue forme e rappresentazioni. Nel corso degli anni sono state molte le opere che il premio ITAS ha contribuito a far conoscere al grande pubblico: citando solo alcuni nomi degli autori vincitori possiamo ricordare Messner, Camanni, Cassin, Rigoni Stern, Casella e Cognetti.
Proprio Paolo Cognetti - vincitore nel 2017 della 43° edizione con Le otto montagne, che nello stesso anno si distinse vincendo il premio Strega – è entrato per la prima volta a far parte della giuria guidata da Enrico Brizzi e da altri importanti nomi, giuria che ha dovuto giudicare le 88 opere in gara provenienti da 50 case editrici.
Un grande successo quindi, con numeri che sono in costante crescita a dimostrazione della sempre maggiore attenzione che la montagna riesce a risvegliare nel cuore di molti, e che ha portato Brizzi ad esprimersi così:
«Con ogni evidenza l'editoria italiana e internazionale guarda ormai alla montagna come a una risorsa, a una sorta di terra promessa dov'è possibile una rigenerazione non solo personale ma comunitaria e civile nel senso più nobile. È in corso un rinnovamento di costumi e prospettive in tutta la società, una rivoluzione dolce all'insegna di una ritrovata saggezza, e il Premio ITAS ne intercetta come interlocutore privilegiato le migliori produzioni in ambito editoriale.»
Simon sulla vetta del Mount Huntington
I vincitori, che riceveranno in premio il Trofeo Aquila ITAS, sono stati annunciati oggi nell’ambito del 67° Trento Film Festival e Il legame di Simon McCartney è stato dichiarato vincitore della sezione “Miglior opera narrativa”; questo è il secondo importante riconoscimento ottenuto da Il legame: nel 2016 è stato dichiarato vincitore al Boardman Tasker, celebre premio inglese dedicato alla letteratura di montagna.
Il legame è il secondo titolo di Alpine Studio ad ottenere il trofeo, preceduto da La cresta infinita di Sandy Allan che si è distinto nella sezione Miglior opera non narrativa nella scorsa edizione del premio.
Simon premiato al Boardman Tasker
Il libro
Quarant'anni fa due giovanissimi alpinisti, l'inglese Simon McCartney e il californiano Jack Roberts, si incontrarono casualmente in un bar a Chamonix e, scoperta un'affinità di aspirazioni e di capacità, si lanciarono in una serie di scalate audaci che culminarono nella scalata della parete Nord del Mount Huntington in Alaska, che fino ad oggi non è ancora stata ripetuta.
Forti del loro successo e del loro affiatamento i due scelsero una meta ancora più difficile, la parete Sud Ovest del Denali, la montagna più alta del Nord America. Ma a circa 6000 metri d'altezza Simon venne colpito da edema celebrale. Sarebbe morto sicuramente, ma Jack fece miracoli e riuscì a salvarlo.
Dopo quell'incidente e la faticosa guarigione, Simon abbandonò completamente l'arrampicata e anche il mondo della montagna. Trent'anni dopo gli capitò di incontrare del tutto casualmente un alpinista che nominò Jack, e tutt'a un tratto Simon si accorse di avere seppellito una parte importante della propria vita, un legame profondo che però non si era mai spezzato. Nella sua mente riaffiorano i dettagli delle ascensioni compiute con Jack, soprattutto le due scalate delle grandi pareti dell'Alaska, il successo sull'Huntington e la tragedia sul Denali. Ormai non poteva più fuggire per dimenticare. È così che Simon McCartney scrisse questo libro.
Congratulazioni Simon!
Jack Roberts sul Ruth Glacier, alla base del Mount Huntington