G8 Gate

 

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ISBN 978-88-96822-13-5
Titolo

G8 Gate
10 anni d'inchiesta: i Segreti del G8 di Genova

Autore Franco Fracassi
Anno Giugno 2011
Pagine 240
Formato 13,7 x 20,5 cm
 
Prezzo  14,90 €

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  Intro

  
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Fattitaliani
  
L'Unità
  
FianoRomano
  Apocalisselaica
  Cronachelaiche
  L'Infiltrato
  Criticamens


  
Intervista all'autore
  Trailer 

 

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G8 Gate è l’Inchiesta definitiva sul G8 di Genova, lo strumento che ci porterà per mano ad ottenere una risposta alla domanda che ha perseguitato per anni le migliaia di persone presenti quei giorni nel capoluogo ligure: perche?

Il quadro che ne esce è agghiacciante. Dei molti movimenti in campo si distinguono i controversi Black Bloc, tra i quali si annidarono provocatori occulti che dopo aver colpito, si dileguavano senza essere inseguiti, lasciando che la reazione delle forze dell’ordine si abbattesse tra i presenti: i manifestanti pacifici, ignari di far parte di un copione già scritto.

Ecco, quindi, che nella Genova del 2001 riappare un vecchio e brutto vizio delle democrazie occidentali: perseguire con ogni mezzo il disfacimento dell’ultimo ostacolo alla vittoria dei governanti dell’economia mondiale.

Allora nessuno se ne era accorto, ma sopra le teste di chi era sceso in piazza a protestare e di chi stava là per sedare le proteste, c’era qualcun altro che aveva pianificato e previsto ogni cosa, come in una partita a scacchi.

Per questo Genova ha significato un punto di svolta. La consapevolezza di giocare una partita mortale, non tra manifestanti e forze dell’ordine, ma tra due differenti visioni di sviluppo del mondo. Una partita i cui giocatori erano da una parte i servizi segreti e gli apparati di sicurezza al soldo delle multinazionali, e la galassia di movimenti e associazioni dall’altra.

A questo aspira G8 Gate. A questo dovrebbero aspirare tutti i protagonisti del luglio genovese, sia chi le ha prese, sia chi le ha date, sia chi è stato semplice testimone. Tutti inconsapevoli attori di una recita, scritta da qualcun altro.

 

 

ESTRATTI

 


«S’inseriscono provocatori all’interno delle manifestazioni 
perché queste possano degenerare. Un modo per mostrare quanto fossero sbagliate e pericolose le proteste.»

 
«Sto parlando di chi detiene il potere politico. Ma sto parlando anche delle società che si trovano nella Silicon Valley, di quelle quotate in Borsa a Wall Street, delle corporation dell’energia con sede a Houston, ovvero di chi detiene il potere economico. Questi soggetti agiscono attraverso agenti provocatori. Provocano incidenti per gettare discredito su persone, movimenti, istituzioni, idee. Questo è sempre accaduto e questo è accaduto anche a Genova.
Da pag 87

 

«.. Ancora non avete capito che loro mentono, infiltrano, scatenano violenze, spaventano. Ma quando s’è mai visto un movimento di protesta che vuole spaventare la gente invece che portarla dalla sua parte?»

Da pag 79

 

 

«... Quando semini l’emozione della violenza e della rabbia, non fai altro che scioccare la popolazione e renderla manipolabile da chi detiene già il potere. Una persona impaurita cerca protezione, non va a gettarsi tra le braccia di chi rappresenta il nuovo. Se poi durante una manifestazione c’è anche un morto, allora hai fatto bingo. La gente penserà: “non importa chi ha fatto il morto, chi l’ha ucciso, andare alle manifestazioni è pericoloso”.»

Da pag 88

 

«..Da una parte le grandi corporation, dall’altra i no global. Di questo si sta parlando. Si sta parlando di una lotta all’ultimo sangue per la sopravvivenza. E in una lotta del genere vengono usate tutte le armi possibili. Compresi i Black Bloc.»

Da pag 78

 

A Genova furono usati dei gas lacrimogeni di nuova generazione. Qualcosa di mai visto prima alle manifestazioni. Gas che contenevano una sostanza che sarebbe dovuta rimanere nei depositi militari, perché considerata fuorilegge da qualsiasi tribunale internazionale. Avete presente le celebri armi di distruzione di massa che dovevano trovarsi nei depositi sotterranei del dittatore iracheno Saddam Hussein? Bene, il gas CS era di quella famiglia.

Da pag 167

 

«.. ‘Io ho fiducia in te. Questa è una videocassetta. Ci sono le immagini di persone vestite da Black Bloc che fanno le azioni, distruggono e poi vanno a nascondersi dietro le file delle forze dell’ordine e parlano tranquillamente con loro’.»

Da pag 94

 

«Sta dicendo che l’arma di Placanica è stata manomessa?»

«Proprio così. Il fatto che una delle spine che tratteneva l’espulsore nell’arma sia caduta, ci ha fatto subito pensare che su quell’organo si fosse intervenuti.»

Da pag 141