Franček Knez, alpinista sloveno celebre per le sue ascensioni in tutto il mondo e per il suo carattere introverso, umile e risoluto. La sua attività ha inizio nel 1973 e da quel momento inizia ad arrampicare con una costanza sorprendente, collezionando più di 700 prime ascensioni, disseminate nell’intero arco alpino. Poi viene per lui il tempo delle grandi pareti del Sud America e dell’Himalaya. L’ambiente alpinistico internazionale, nel quale da sempre gode di grandissimo rispetto, parla di lui come del guru dell’alpinismo moderno, riconoscendogli il merito di aver introdotto i principi dell’arrampicata libera e dello stile alpino nelle salite alpinistiche. Poco propenso a concedersi alla folla e alla stampa, ha sorpreso tutti regalando questa autobiografia, dimostrando una capacità di osservare, di narrare e di giocare con la scrittura non inferiore a quella da lui mostrata sulle più ardite pareti del mondo. In una continua altalena tra racconti di vita alpinistica e di richiami autobiografici, l’Autore ci porta dalle pareti delle Alpi alle grandi montagne del mondo. Uno spaccato di vita potente, ma con un tono inatteso: quello di un’umiltà disarmante e di un tale poeticismo che non ci si aspetta da colui che può essere considerato un semidio dell’alpinismo. Ma questo è anche un effetto voluto dal suo autore, cioè l’essere considerato un semplice appassionato del mondo verticale che non ha mai perso un istante per tornare, a piedi nudi nell’erba, tra le sue montagne.
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