Andrzej Zulawski
ANDRZEJ ZULAWSKI, nato da una famiglia di artisti nel 1940 a Leopoli (all’epoca Polonia, ora Ucraina), dopo aver girato l’Europa accanto al padre diplomatico, e dopo gli studi all’IDHEC nel 1957-59, inizia la carriera cinematografica come assistente di Andrzej Wajda. Nel 1971 esordisce con La terza parte della notte, un cupo film ambientato durante l’occupazione tedesca in Polonia, in cui già appaiono le tematiche care al regista: il tema del doppio, l’orrore della violenza, la devastazione della guerra, gli ambienti decadenti e l’amore come follia. Quando il suo secondo film, Il diavolo (1972), viene proibito in Polonia, il regista si trasferisce in Francia dove gira L’importante è amare (1975) con protagonista Romy Schneider. Tornato in Polonia, lavora per due anni a Na śrebnym globie (Sul globo d’argento), che le autorità polacche non gli permisero di completare. Si stabilisce definitivamente in Francia dove ottiene il successo commerciale con due film, Possession (1981, Palma d’Oro Migliore Attrice e Premio César alla protagonista Isabelle Adjani) e L’amour braque (1985) nel quale lancia la sua attrice musa, Sophie Marceau, che diventerà sua moglie. Dopo due film di ispirazione musicale, l’opera Boris Godounov (1989) e La nota blu su Chopin (1991), Żuławski dirada l’attività cinematografica, firmando soltanto La sciamana, nel 1996, e La Fidélité nel 2000. Fin dagli anni ‘80 si dedica contemporaneamente alla scrittura, pubblicando più di venti romanzi, tra cui quelli della cosiddetta “Trilogia della follia”: Lity bór (La foresta fortezza), Był sad (C’era un frutteto) e Woczach tygrysa (Negli occhi della tigre). Molti i titoli pubblicati con successo in Francia, Germania e in tutto l’Est Europeo. In Italia, nel 2003 il festival Alpe Adria di Trieste gli ha dedicato un’importante retrospettiva e ha pubblicato il romanzo Barbablù.