Il Guerriero dell'Est

 

Collana   Oltre confine  alt
ISBN   978-88-96822-23-4
Titolo  
  Igor Koller
  IL GUERRIERO DELL'EST
               

Autore

              

 Igor Koller
 
a cura di Luca Calvi

Anno

  Dicembre 2012
Pagine   236
Formato   15,5 x 23,5 cm
Hard cover, rilegatura a filo refe, sovracoperta

Prezzo
 
  19,00 €
 







 

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 Il nome di Igor Koller è legato alla grandiosa apertura della via Attraverso il Pesce sulla parete Sud della Marmolada, che nel 1981 decretò un salto di qualità tecnico e psicologico per l’apertura di vie nuove sulle Alpi. Un’impresa che aprì le porte del VII grado sulle Alpi. Quei tre giorni di ascensione portarono la scuola “cecoslovacca” alla ribalta delle cronache mondiali, considerando anche che quella che divenne poi una via simbolo in tutto il mondo fu aperta con le “babbucce della mamma” ai piedi, una sorta di calzatura simile a primordiali scarpe da tennis. 

Nonostante le condizioni disagiate in cui quel gruppo di fortissimi scalatori dell’Est si muovevano in quegli anni - nel pieno della guerra fredda, quando Slovacchia e Repubblica Ceca erano un’unica Nazione - Igor fu artefice di ardite prime ascensioni in Val Bregaglia, con salite di grido come sul Pizzo Badile e sul Pizzo Cengalo, ancora oggi temute e guardate con rispetto.

Proveniente da una ferrea etica alpinistica - acquisita sulle torri d’arenaria dell’Europa centrale - Koller fu uno tra i primi sulle Alpi a portare sulle grandi pareti uno stile pulito che disdegnava la troppa “ferraglia” con cui si realizzavano prime ascensioni a quel tempo. Dalla fine degli anni 80 Koller ha portato alla ribalta giovani slovacchi con altre importanti aperture sulle Dolomiti. Soprattutto in Marmolada, dove oggi può vantare ben 15 vie nuove da lui aperte.

Infine, le sue esperienze extraeuropee – nella Miyar Valley, sullo Shipton Spire e in Yosemite – lasciano intravedere uno stile unico, mai del tutto sopito nonostante l’evoluzione alpinistica e le sue nuove “mode”. Cioè la bella eredità della scuola cecoslovacca degli anni ’80: materiale scadente, poco cibo, nessun compromesso e, soprattutto, tanta tanta passione per l’arrampicata.