Jerzy Kukuczka
Jerzy Kukuczka è nato a Katowice nel 1948. Proveniente da una povera famiglia di montanari slesiani e con una salute sotto la norma, ha conosciuto la montagna fin da piccolo.
Le sua capacità lo portarono in pochi anni a far parte di un gruppo alpinistico che conseguì notevoli conquiste nei Tatra, nelle Alpi e nell’Hindukush.
Dal 1977 inizia il suo grande amore con l’Himalaya. Sono sue moltissime tra le più audaci ascensioni della storia dell’alpinismo Himalayano, come le prime invernali dell’Annapurna, del Kangchenjunga, del Dhaulagiri e del Cho Oyu. Tra le sue vie nuove ci sono lo sperone Sud del Monte Everest, la Cresta Nord-Ovest del Makalu (in solitaria), la grande parete Sud del K2, il pilastro Sud-Est del Nanga Parbat, la parete Nord-Est del Manaslu e la parete Ovest del Shisha Pangma. Ma non è ancora finita perché Kukuczka ha anche compiuto le lunghe traversate delle tre cime del Broad Peak (una delle quali inviolata), delle due cime dello Shisha Pangma e, infine, quella dei due Gasherbrum.
Un anno d’oro per lui fu il 1985, quando compì due prime invernali, quella al Dhaulagiri e quella al Cho Oyu (questa addirittura per una via nuova), poi la parete Sud-Est del Nanga Parbat e un tentativo alla parete Sud del Lhotse. Per poi aprire il 1986 con la prima invernale del Kangchenjunga!
Questo è un libro di grandi imprese alpinistiche, ma anche con contenuti umani molto intimi. Jurek trasmette con disarmante sincerità i suoi sentimenti e i momenti più difficili della sua vita, ma sa anche essere ironico quando tratta la realtà socio-politica della sua Polonia; quella patria che li ha fatti partire per le grandi montagne del mondo come un’armata di trasandati, che però è riuscita a vincere su tutte le altre... sempre!
Jurek Kukuczka è morto durante un tentativo alla parete Sud del Lhotse, nel 1989.